Tristezza o depressione?

Di: Irene Rossi 18/07/2021 nessun commento

Tristezza o depressione?

La tristezza è un’emozione che tutti conosciamo, e forse soprattutto ne abbiamo fatto spesso esperienza in questo ultimo anno di vita molto particolare che abbiamo vissuto.

Quando sentiamo la tristezza?

Tutti ci siamo sentiti tristi almeno qualche volta nella nostra vita, ad esempio dopo la perdita di una persona cara, la fine di una relazione, un fallimento lavorativo, un esame andato male; insomma, in seguito ad una serie di eventi sfortunati, rispetto ai quali magari non riusciamo a trovare nessuna possibile alternativa, arrivando in alcune occasioni ad abbandonare la speranza e la voglia di cercare.

La tristezza è proprio quell’emozione negativa che proviamo nel momento in cui perdiamo qualcosa a cui teniamo in maniera irrimediabile.

Le caratteristiche fisiologiche e comportamentali della tristezza

Quando ci sentiamo tristi anche il nostro aspetto esteriore cambia: la postura diventa ricurva, come se fosse di chiusura verso qualsiasi tipo di alternativa possibile, e la mimica facciale assume dei tratti caratteristici, come la fronte corrugata, le labbra piegate all’ingiù e lo sguardo perso nel vuoto.

Probabilmente, ci verrà da comportarci in determinati modi, ad esempio ci verrà da piangere, potremmo perdere l’appetito, potremmo aver meno voglia di portare avanti i nostri doveri quotidiani, ma potremmo solamente voler stare chiusi nella nostra stanza, da soli, ritirandoci da un punto di vista relazionale e sociale, passando il tempo a pensare e ripensare a quello che abbiamo perso. Tutto questo può anche essere accompagnato da continue lamentele e recriminazioni rivolte a noi stessi, ritenendo magari di non aver fatto abbastanza per evitare queste gravi conseguenze, dandoci colpe, e non vedendo alcuna alternativa possibile.

Tristezza o depressione?

Spesso la tristezza è uno stato passeggero, un’emozione che poi svanisce, a meno che però non si cristallizzi. A quel punto diventa uno stato patologico che può diventare qualcosa di più della tristezza: a quel punto possiamo parlare di depressione.

Tristezza e depressione non vanno confuse. La tristezza è un’emozione, uno stato d’animo, mentre la depressione è una patologia molto più invasiva e più invalidante; porta ad avere una visione negativa di se stessi, del mondo e degli altri, ed in alcuni casi può portare a gravi conseguenze. Dalla depressione non si esce con un atto di volontà, ma tramite psicoterapia e terapia farmacologica.

Quali sono le principali differenze tra tristezza e depressione?

  • Una delle grandi differenze fra tristezza e depressione è che la prima è un’emozione passeggera, mentre la seconda è relativamente cronica, in assenza di un intervento adeguato. Dobbiamo sperimentare la tristezza per sei mesi in modo continuativo affinché, secondo i criteri diagnostici, si possa sospettare che si tratti di depressione.
  • Quando siamo tristi, ci sentiamo meno motivati a realizzare alcune attività. Riduciamo la nostra vita sociale o dedichiamo meno tempo al lavoro o ad altre attività che realizzavamo abitualmente. Ma comunque continuiamo a restare attivi. Quando siamo depressi, al contrario, veniamo sopraffatti da questo sconforto. Trascuriamo i nostri impegni, i nostri doveri e non riusciamo a sfruttare le risorse offerte dall’ambiente. Parliamo spesso della nostra stanchezza o del nostro affaticamento e riduciamo le nostre attività al minimo per un periodo di tempo relativamente lungo.
  • Un’altra differenza fra tristezza e depressione riguarda il grado di isolamento che si verifica in ciascuno di questi stati. Quando siamo tristi cerchiamo delle persone a noi vicine con cui parlare dei nostri sentimenti. Cerchiamo spesso anche di ricevere consolazione da parte degli altri, anche se manteniamo un certo grado di isolamento sociale. Questo comunque dipenderà dalla nostra personalità e dalle strategie con cui affrontiamo la situazione. Nella depressione, al contrario, comincia a comparire un rifiuto costante del contatto con gli altri. Se soffriamo di depressione teniamo per noi i nostri sentimenti e, nonostante non ci sentiamo bene stando da soli, preferiamo comunque l’isolamento al dover condividere le nostre sensazioni con le altre persone. Progressivamente, ci potremmo isolare persino dai nostri cari.
  • Quando siamo tristi, il nostro stato d’animo modifica solo lievemente il nostro stile di vita abituale. Forse siamo meno dinamici o più riservati, ma svolgiamo tutte le attività che realizzeremmo in un giorno normale. Se invece soffriamo di depressione, la nostra routine abituale è alterata. Ci risulta molto complicato rispettare i nostri doveri e impegni professionali, familiari, sociali, affettivi. È consuetudine ritrovarsi più volte a inventare o creare delle scuse per camuffare lo scarso impegno. Non riusciamo a mantenere la nostra abituale routine.
  • Possiamo essere tristi per diversi motivi, quasi sempre associati a una perdita o a una situazione conflittuale che non riusciamo a risolvere. Nonostante proviamo dolore, riusciamo anche a ridere, guardare avanti e fare dei progetti. Forse non troviamo delle risposte, ma sentiamo che esiste un domani che potrebbe essere migliore. Se siamo depressi, invece, proviamo disperazione. Quando guardiamo al domani, non vediamo altro che tenebre e oscurità. Non abbiamo interesse né voglia né capacità di proiettarci nel futuro. Come potremmo mai se vivere il presente già ci risulta così faticoso?

Esistono dunque enormi differenze fra la tristezza e la depressione. Quest’ultima deve essere seguita e trattata da un professionista della salute mentale: è un disturbo che non passa da solo, non va trascurato o sottovalutato, e per questo richiede un intervento specializzato e competente.

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