COME SCEGLIAMO I PARTNER?

Di: Sylvia Schifano 10/04/2021 nessun commento

COME SCEGLIAMO I PARTNER?

Un bambino cerca un padre e una madre, ma non li trova. Da adulto vuole scoprirli in una moglie o in un marito, ma prima ancora di cominciare è arrabbiato perché sa che non incontrerà uomini o donne perfetti. Si aspetta un fallimento ma pretende un successo. Chiede qualcosa che non si aspetta, esigendo un amore da chi non sa soddisfarlo. Questa battaglia può durare tutta la vita, ma a volte un bambino si sveglia e fa piangere la maschera del vecchio.

Paolo Menghi, “La coppia utile”.

Che cos’è che fa si che due persone si avvicinino? Che cos’è che ci attrae veramente nell’altra persona quando ce ne innamoriamo?

C’è sicuramente una buona parte dell’incastro di coppia che ha a che fare con i primi istanti dell’incontro tra due persone, da qualcosa di profondo ed immediato che ci colpisce nell’altro. Poi però, con il tempo, il legame si trasforma e ciò che ci lega all’altro diventa sempre più maturo e consapevole.

Se chiedessimo a due persone che hanno una relazione “Qual è la prima cosa che ti ha colpito di lui/lei la prima volta che l’hai visto/a?”, le risposte potrebbero sorprenderci perché è proprio nei primi istanti di un incontro che si cela la forza e il significato di un legame.

Dobbiamo ricordarci però che l’incontro tra due persone non è mai solo l’incontro di due individualità, ma anche di due famiglie di origine, di bisogni, storie, dolori, immagini e desideri.

Quali sono questi bisogni e desideri che si incontrano?

Sono quei bisogni che non abbiamo visto soddisfatti nella nostra famiglia di origine e che cercano quindi nella coppia una soddisfazione. Chiediamo quindi all’altro, inconsapevolmente, di soddisfare tutti i nostri bisogni. È come se facessimo una specie di “delega in bianco” all’altra persona, chiedendole di riempire i nostri vuoti, soddisfare i nostri bisogni insoddisfatti, senza però svelarli prima.

Ad un certo punto della storia di una coppia, però, ci si rende conto che non possiamo delegare all’altro tutte queste richieste, perché la coppia è soprattutto un luogo in cui si elaborano le differenze (Sì! anche nella coppia omosessuale!). All’interno di una coppia, si può trovare un luogo salvifico e terapeutico, in cui ci si cura, ci si aiuta e si può superare l’autoreferenzialità attraverso la costruzione dell’identità di coppia. Si può inoltre superare quell’aspettativa irrealistica di creare una “coppia perfetta” che “corregga” tutti gli errori che possiamo aver visto nella nostra famiglia di origine o che replichi tale e quale la coppia idealizzata dei nostri genitori.

Nel costruire una nuova coppia, mi approccio all’altro avendo in testa un’ideale di coppia, che avrà a che fare con la coppia dei miei genitori (e dei nonni attraverso i genitori) e potrò costruire il mio ideale per somiglianza (cercando di emulare la coppia dei miei genitori se li ho idealizzati) o per differenza (cercando di correggere e distinguermi perché non ho sentito la loro dimensione di coppia come sana e positiva). In realtà il fatto di poter “tenere” alcune cose dalla famiglia da cui proveniamo e “lasciarne” altre, è una modalità sana perché ci permette di essere “generativi” e sviluppare resilienza, cioè la capacità delle persone di riuscire ad affrontare gli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà, consentendo l’adattamento alle avversità.

La scelta di “un certo tipo di partner” è necessariamente influenzata da un “mandato familiare”, ovvero da ciò che ci è arrivato dalla nostra famiglia

Quanto possiamo essere “liberi” di scegliere un certo tipo di persona o un altro?

L’esperienza con le famiglie dei terapeuti sistemici, sembra indicare che, quanto più le relazioni nella famiglia di origine sono prive di elementi di conflittualità irrisolti, tanto più la scelta del partner è “libera” nel senso che i vincoli, le preclusioni, la necessità di legarsi ad un “particolare” tipo di partner sono molto meno pressanti.

Ciò che rende una coppia “sana” è sempre la possibilità di promuovere la salute degli individui (io e tu) ma anche di preservare la salute della coppia (Noi).

Articolo a cura di Nicoletta Falomo, Psicologa Psicoterapeuta Sistemico- Familiare in formazione

Aggiungi il tuo commento

Prenota una consulenza

    Prenota la tua prima consulenza gratuita

    Compila il form qui sotto e ti contatteremo per concordare una prima consulenza telefonica gratuita.